lunedì 15 dicembre 2008

All'Assemblea dei Circoli Pd del Lazio... il mio intervento


Siamo a poco più di un anno da quel 14 ottobre del 2007 che ha segnato ufficialmente la data di nascita del PD. Ricordo quella data per chiarirci subito che di strada, in fondo, se si pensa al tempo relativamente breve che è passato, ne è stata fatta davvero molta. È stato un anno denso di eventi e di significati, contraddistinto da varie fasi.
Dalle primarie con la costituzione dell’assemblea nazionale e di quelle regionali alla nascita dei circoli in quasi ogni paese d’Italia, dalle elezioni di aprile con la caduta del governo Prodi e la vittoria della destra a Roma alle iniziative d’opposizione al governo Berlusconi che hanno visto nella manifestazione del 25 ottobre scorso il loro punto massimo e un nostro motivo d’orgoglio, per finire alle ultime discussioni di questi giorni.
Il Partito democratico ha compiuto i primi passi, tra alti e bassi, ma ad oggi, se vogliamo bene a questo partito dobbiamo dircelo, esistono ancora tante difficoltà, anche e soprattutto nei circoli, che purtroppo segnano in negativo anche il rapporto con i cittadini, che invece, sappiamo, ripongono grande speranza, come noi del resto, in questo grande progetto di partito nuovo, veramente riformista, partecipativo, plurale e federale.
C’è bisogno di dirsi cosa si sta facendo e perché, e la molta strada che si è fatta dove deve portare. Nessun vento potrà esser favorevole a chi non sa in che porto vuole andare: la forza del Pd dipenderà, credo, anche dal modo con cui in questo momento sapremo guardarci dentro e dare una vera identità a questo partito.
Per questo dico, soprattutto al nostro segretario nazionale, nella direzione del 19 ditevele pure di santa ragione (meglio lì, che sui giornali), la diversità deve essere una ricchezza, non una schiavitù e una separazione, nel Pd deve essere importante il valore della coesione, da non confondere però con l’unanimismo: ci possono essere posizioni anche divergenti, ma non è proprio l’arte della politica che, dal confronto, fa nascere quell’unica sintesi capace di rappresentare poi, non gli interessi personali o di una parte, ma quelli della collettività? Dall’appuntamento del 19 tiriamo quindi fuori una linea comune, tra chi crede davvero nella bontà di questo progetto, torniamo a produrre iniziativa politica. Sono le nostre azioni che ci definiscono e non le chiacchiere.
La gente, soprattutto noi giovani, è stanca di sentir parlare delle solite lotte interne e solamente di questioni organizzative, vuole invece ascoltare, e la situazione economica e finanziaria mondiale lo impone, un Pd che ad una sola voce detta la propria agenda politica e torna ad essere protagonista nelle scelte che ci si pongono davanti. Lo ripeto, anche dopo un confronto democratico interno, oggi ancor frutto di correnti appartenenti a logiche vecchie, tradizionali e che invece ora dovrebbe poter diventare frutto di mescolanze diverse. E proprio i circoli possono essere il luogo ideale dove attuarle.
I temi sui quali discutere ce ne sono, all’orizzonte ci sono sfide importanti ed il Pd deve attrezzarsi per vincerle, sia a livello nazionale che locale.
Penso alle prossime elezioni amministrative, che qui nel Lazio ci vedranno impegnati in numerosi comuni ma anche per le provinciali di Latina, Frosinone e Rieti, dove il Pd dovrà saper selezionare una classe dirigente, con primarie o non, ma comunque in base al merito e alle capacità (non per altre strade). Ed inoltre mettere insieme alleanze, non solo che ci permettano di vincere, ma anche poi di poter governare, bene, come qui nella Provincia di Roma sta facendo la squadra guidata da Nicola Zingaretti.
Ma penso anche alle elezioni europee. Non si può applaudire ed esaltarci per la vittoria di Obama, se poi noi non abbiamo il suo stesso coraggio, cioè quello di seguire fino in fondo anche in Europa il percorso che in Italia abbiamo intrapreso con la novità del Pd.
C’è poi la necessità di una nostra, dico come Pd, azione politica e riformatrice a Roma, come opposizione alla giunta Alemanno, ma anche nel governo della Regione Lazio, che sappia portare Marrazzo, come nostro ancora candidato presidente, e quanti saranno con lui impegnati nella battaglia delle prossime elezioni regionali del 2010, ad una nuova vittoria.
E nel Lazio e per il Lazio sarà importante anche la posizione che il Pd saprà difendere sul tema della riforma istituzionale all’ordine del giorno dell’agenda politica nazionale e locale. Auspichiamo ipotesi di riforma mirata a rafforzare l’articolazione delle autonomie regionali e locali nell’ambito, però, di uno stato nazionale che deve mantenere la sua unità. Si arrivi così all’istituzione della Città metropolitana di Roma, all’interno però di una visione regionale di sviluppo integrato.
In questa stessa ottica, di un impianto autonomistico e federale, con il tesseramento, dobbiamo saper costruire ora la nostra forza, quella del Pd, radicandolo nei circoli che sempre più devono far sentire la loro vivacità e con strumenti territoriali organizzativi che, parlando ad esempio della nostra provincia di Roma, formata da un territorio molto vasto e per certi versi molto differenziato, possano prevedere organismi decentrati frutto di identità omogenee.
La costruzione del Partito democratico deve saper guardare ai sogni di noi giovani, alle nostre speranze e alla nostra voglia di futuro. Il cambiamento è in gran parte nelle nostre mani. Dobbiamo farlo noi, con le uniche armi che abbiamo a disposizione, quelle della politica democratica e dell’impegno civile in prima persona. Imponendo, con la battaglia politica, i nostri temi, i nostri punti di vista e le nostre priorità.
Riprendendo il discorso di Veltroni al Lingotto di Torino, riguardo ai giovani ad esempio, il Pd ha davanti a sé una grande frontiera, quella della lotta alla precarietà: ha detto bene il nostro segretario che in un tempo fantastico della nostra vita, viene chiesto a noi giovani solo di “aspettare”. Aspettare di avere un lavoro certo, un mutuo per la casa e, con questi, la possibilità di mettere su famiglia e avere dei figli. Ma la vita non può essere saltuaria. La vita non può essere part-time.
Mi piace ricordare sempre l’ammonimento di De Gasperi, che ribadiva che la differenza tra un politico e un ottimo politico, statista, sta nella capacità di scegliere tra un provvedimento per le prossime elezioni e uno per le prossime generazioni.
“Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita”, così si esprimeva Enrico Berlinguer.
Ed è la lotta di quanti, come me, ma come tanti di voi, cerca di portare avanti con convinzione e ideali la propria passione politica, nei circoli così come nelle amministrazioni. Di portarla avanti con i valori, come in questi giorni ci ha di nuovo richiamato a fare il presidente Napolitano, che sono ben scritti nella nostra Costituzione. Quella Costituzione che deve continuare ad essere difesa nel suo impianto e nei suoi principi fondamentali. È una delle missioni principali del Partito democratico, che non può essere lasciata ad altri. Lì c’è tutto ciò che serve: la centralità della persona, il principio di uguaglianza, il diritto-dovere al lavoro, la solidarietà fiscale, il ripudio della guerra, la laicità dello stato, il federalismo, il carattere parlamentare della Repubblica.
A quanti, come me, sono stati alla Prima Summer school del Pd a Cortona, lasciatemi dire una vera parentesi felice nella diversità con la gestione quotidiana dei problemi del partito, Edgar Morin ci ha indicato la strada verso la vera felicità con quel “meglio, non di più”. Ci è stato ricordato il nostro dovere di credere nel cambiamento e che un mondo diverso è davvero possibile.
Ancora lì a Cortona, caro Walter, permettimi il tu, proprio tu ci hai ricordato, riprendendo le parole del film Into the wild di Sean Penn, che la felicità è reale soltanto quando è condivisa.
Noi questa felicità la vogliamo veramente condividere nei circoli, nel e con un Pd forte e radicato nei territori, con te segretario, per Roma, per il Lazio, per il nostro futuro.